lunedì 24 settembre 2012

Arrivata a Juba



Ciao cari,

allora, sono arrivata a Juba sana e salva, adesso confermo che il Sud Sudan esiste davvero ;)
Fa piuttosto caldo e credo che peggiorerà, ma la sera si sta bene, almeno qui.
Per fortuna sono arrivata di sabato, così ho beccato tutti abbastanza in modalità relax e quindi sono riuscita a  riprendermi un attimo pure io, dal viaggio, dallo stress e dallo scombussolamento generale.

Qui a J ci sono i nostri uffici e un pò di gente fissa, poi una guest house dove dormo io e gli altri che passano di qua. In tutto ho conosciuto una decina di persone, non ho ancora chiarissimo cosa fa ognuno di loro, ma lo capirò. Intanto sono stati accoglienti e in questi due giorni sono stata a cena e a pranzo in giro con loro. La città non mi sembra molto diversa dalle altre di cui ho esperienza, salvo che ovviamente si parla inglese. C'è il Nilo che la attraversa e mi sembra piuttosto piatta.

La gente mi sembra abbastanza stressata ma sono tutte persone di terreno, quindi presi da mille problemi però dovrebbero potermi aiutare nel lavoro che dovrò fare, e che devo ancora capire bene.

Sono un pò preoccupata dal fatto che dovrò rapidamente capire come muovermi e cosa fare, ma ho anche l'impressione che il lavoro di terreno vero sarà poco in confronto a tutto il tempo che si perderà per spostarsi da un posto all'altro, per aspettare che il materiale necessario arrivi, per aspettare che le strade siano di nuovo
praticabili ecc...

Io sarò basata a P, dove c'è un piccolo campo profughi di soli ragazzi in età da scuola superiore, che è il campo in cui dovrò lavorare, sembra soprattutto per fare latrine. A 40 km, ma per adesso non raggiungibile, c'è il campo di N, più grande, per famiglie, e dove dovremmo fare il nostro compound e qualche lavoro di riabilitazione.

Mercoledì vado a B, che dovrebbe essere una città abbastanza grande, dove c'è un altro ufficio e dove bisogna fare scalo per arrivare a  P. Ci si arriva in aereo e mi fermerò un giorno e se tutto va bene giovedì sarò alla mia final destination, P, in elicottero.

Qui a J ho incontrato qui quello che sarà il mio compagno a P per i prossimi 3 mesi, un ragazzo brasiliano che si chiama B, parla perfettamente italiano e mi sembra simpatico e collaborativo. A P saremo solo io e lui, e poi tutto lo staff locale e gli ugandesi del construction team. Non ho ancora capito bene dove dormirò ma pare che ci sia una camera per me che dividerò solo con un'altra ragazza...vedremo.

S, la capo progetto, mi sta già programmando i prossimi spostamenti: secondo lei dovrei restare a P per 2 settimane, poi andare a M, in un'altro stato del SS, e da li spostarmi in un altro campo, quello di J.
Li ci sono da fare delle scuole, un compound e altre cosette. Quindi penso che tra adesso e il 15 ottobre sarò sempre in movimento, il che mi piace molto più dell'idea di restare 3 mesi ferma nello stesso posto sfigato, senza niente attorno.

J già mi aveva fatto un quadro della situazione ma adesso B mi ha spiegato ancora meglio che a P non si trova praticamente niente, né da mangiare né per costruire né altro, tutto il materiale deve arrivare da fuori, a parte pochissime cose. Sarà piuttosto complicato costruire senza niente...anche perché l'elettricità ci sarà per 1,5 ore al giorno, quindi al pc ci puoi stare veramente poco...

Comunque vedrò e imparerò, per adesso comunque la paura ha lasciato spazio alla curiosità di vedere questi posti di cui ho tanto sentito parlare. Finché non capirò in che consiste il mio lavoro continuerò ad essere preoccupata, ma ormai sono in ballo e come al solito quando ci sei dentro le cose ti sembrano meno tremende.

La questione della sicurezza è un'altra storia, pare che saremo abbastanza isolati, con solo un telefono satellitare. Ma la situazione è tranquilla quindi per adesso non mi preoccupo.

Ok, ecco un pò di notizie sparse, un bacio a tutti, ci sentiamo presto
 

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