…e siamo ancora qui…fermi…nel limbo…
L’altro giorno ho dovuto spiegare al camp manager di N,
tornato dalle ferie dopo 3 settimane, che doveva dire ai suoi di limitare al
minimo ogni spostamento con la macchina e l’utilizzo del generatore, e che
anche il cibo deve essere conservato il più possibile perché una volta finito
non so quando saremo in grado di mandare loro rifornimenti o soldi…Quei poveracci
sono lassù da 5 mesi, isolati da tutto, in un posto in cui non c’è nemmeno il
mercato, in mezzo a campi e nient’altro…non si ricordano nemmeno più che sapore
ha una birra, spesso non trovano nemmeno il pane…e adesso devono razionare
ancora di più le scorte… ma come si fa? E’ stato piuttosto pesante, devo
ammettere…So che è una situazione temporanea, ma mi sembra che stiamo davvero
chiedendo troppo a questa gente…
Ieri sono venuti da Juba due pezzi grossi dell’organizzazione
e sono andati a P in macchina per verificare direttamente una situazione di
conflitto che si è creata tra il nostro staff e gli operatori di altre
organizzazioni. Il problema è soprattutto che quei poveracci sono soli da 3
settimane, nessun espatriato come punto di riferimento, mille casini da
risolvere, con le scorte di cibo e diesel che si stanno prosciugando… Quindi
chiaramente stanno adesso esplodendo tutte le tensioni che sono state latenti fino
ad ora.
Quando poi stavano per tornare sono stati bloccati da una
telefonata di uno degli addetti alla sicurezza UN che li ha fatti fermare lì
perchè lungo la strada di rientro verso B. stava scendendo un battaglione di
300 soldati dell' SPLA in marcia non si sa bene verso dove e con che intenzioni.
Quindi tutti i movimento bloccati, anche noi qui dobbiamo restare il più
possibile al compound in attesa che si capisca cosa sta succedendo. Oggi si
tiene chiuso l'ufficio, ci hanno detto di preparare il bagaglio di emergenza
(tanto per essere molto previdenti) e di fare scorte di cibo per una settimana.
Non siamo particolarmente preoccupati, qualunque cosa succeda è una questione interna che riguarda l'esercito, però quando ricevi simili istruzioni dal responsabile ONU della sicurezza, che solo fino a ieri sera voleva far abbassare il livello di pericolosità, almeno un pensierino te lo fai...Sembra comunque che i vari reparti dell’esercito si siano messi d’accordo e che la crisi si stia riassorbendo.
Qualsiasi cosa sia in ogni caso è un ulteriore fattore di rallentamento per il lavoro, cioè strade di nuovo non percorribili, movimenti più difficili per tutti ecc…come se non ne avessimo già abbastanza…
Nel frattempo ancora nessuna notizia sul versamento che
stiamo ormai aspettando da 20 giorni, altri creditori ci stanno venendo a
bussare e stiamo cercando di tenerli buoni il più possibile, dobbiamo stare
attenti a comprare qualsiasi cosa, ci sarebbe da riparare il bagno, il
generatore..ma adesso non si può… ieri sera ci hanno pure rubato un pezzo della
macchina parcheggiata qui fuori…
…Non c’è una fine a questa valanga…
Una sola cosa bella, sabato sera siamo andati a cena al
compound di una ONG francese che qui ha 3 persone fisse, tutti molto
tranquilli, rilassati e ospitali. Hanno una grandissima terrazza (che si
affaccia sul nulla, ma questi ormai sono dettagli insignificanti) e avevano
preparato un bel barbecue di capra, fiumi di birra e persino di vino keniano
[!!!]. Ci siamo divertiti, abbiamo portato la musica e abbiamo passato una
serata davvero carina. Poi verso le 10 se ne sono andati tutti, compresi alcuni
nostri colleghi, mentre Dastardley, l’Ispettore e io siamo rimasti lì per non
dover rientrare con il coprifuoco.
Siamo rimasti a dormire lì, sotto la luna, senza nemmeno una
zanzara, solo con il rumore di una festa tradizionale in lontananza con bonghi
e canti...per un pò i ragazzi francesi sono rimasti con noi, poi uno alla volta
se ne sono andati nelle loro stanze, e noi 3 siamo rimasti da soli, buttati per
terra su dei materassi, con belle copertone pesanti per scaldarci e finalmente
una sensazione di leggerezza e di benessere che non provavo da parecchio…Ad un
certo punto la luna è tramontata dietro il gazebo e c’erano solo le stelle, una
marea di stelle sopra di noi, era bellissimo…
Ci siamo svegliati che il sole era già alto ma si stava
ancora bene sdraiati all’ombra del muretto, che però diventava sempre più
stretta…alla fine mi sono messa a prendere il sole, tanto non c’era alternativa
(se non andarsene, ma non ci andava) e quindi anche se in uno scenario alquanto
bizzarro mi sono potuta abbronzare un pochino ;)
Insomma, qualche spiraglio di buonumore c’è ancora, che
emerge a sprazzi tra le cappe nerissime di frustrazione e insofferenza
collettiva, irritabilità e ansia generale. Per fortuna l’istinto di sopravvivenza
è forte e prende il sopravvento sul resto [soprattutto nel caso nostro, in
fondo non siamo in pericolo né rischiamo la vita, quindi il nostro è ‘solo’
stress psicologico…], è come quando ad
un certo punto uno riesce con uno scatto di energia residua a scuotere via il
carico che ha sulla testa, e a tirarla fuori dall’acqua, e a prendere una
boccata a pieni polmoni, lasciandosi tutto alle spalle almeno per un momento…liberatorio…
difficile commentare...
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