mercoledì 17 ottobre 2012

Goat Party :))



Domenica, unico giorno off della settimana, non sapevo davvero cosa fare di me stessa…ha fatto un caldo micidiale, in casa non si poteva stare, sotto l’albero c’era troppa gente, erano tutti li a chiacchierare e a fare casino, mi sono sdraiata sotto l’albero nel cortile ma le mosche erano insopportabili, stavo tutto il tempo a prendermi a schiaffi…snervante, avevo i nervi a fior di pelle…per fortuna la sera la temperatura scende e verso le 19 si ricomincia a vivere. La cosa buona è che non ci sono zanzare, a parte i primi giorni non se ne sono più viste, e decisamente è una gran cosa, se anche la sera fosse stata tormentata dalle punture non avrei davvero saputo dove nascondermi…

Sabato invece è stato figo perché B ha deciso di fare tutti contenti, ha comprato una capra e un paio di casse di una birra locale micidiale, e abbiamo fatto quasi un vero sabato sera…la capra è entrata in cortile con le sue gambe e dopo nemmeno 5 minuti non ne era rimasto niente, gli  ugandesi l’hanno disintegrata senza spargere nemmeno una goccia di sangue, incredibili…Uno di loro che cucina benissimo ha preparato 3 tipi diversi di spezzatino, e alla fine erano tutti felici, pancia finalmente piena, una birrina nello stomaco, brilli quanto basta, a parlare e a ridere…

Ci siamo messi a chiacchierare con P, che è di qua, sulle tradizioni locali in tema di matrimonio, fidanzamento, divorzio e altre dinamiche sociali, e come sempre è venuto fuori che la donna non conta assolutamente niente, che tutto ruota attorno alle vacche (non le ammazzano mai, sono solo una moneta di scambio quando ti devi sposare o quando ci sono eventi particolari), lo stato praticamente non esiste, nel senso che tutte le attività sono gestite dalla comunità secondo regole e tradizioni proprie, e la poligamia non solo è consentita ma è un segno di potere e status sociale. 
Insomma, è stato molto interessante, anche se le realtà che emergono sono sempre desolanti…e la cosa che mi stranisce sempre è che uno immagina che la cultura, l’educazione, il fatto di lavorare con organismi internazionali, siano sinonimi di una certa evoluzione culturale, di un certo allontanamento dalle tradizioni ancestrali…ed è vero, fino a un certo punto…ma poi basta che ci si imbatta in determinate situazioni o circostanze e tutte queste persone istruite e anche colte rientrano immediatamente nella modalità ‘villaggio’…secondo me sono belli confusi, a metà strada tra culture opposte e direi incompatibili…

L’altra sera io e B siamo cascati dalle nuvole quando abbiamo scoperto, dopo 10 giorni che sta qui, che G è incinta di 6 mesi…lo sapevano tutti, io divido pure la stanza con lei, ma già è bella robusta di suo, in più si mette sempre delle palandrane larghe e lunghe, per cui né io né lui ci siamo accorti di niente…e poi è talmente attiva, sempre in movimento, non si ferma un attimo, altro che le donne italiane, che nella maggioranza dei casi appena restano incinte sembra che si siano ammalate…lei è una forza della natura, fa un po’ da mamma a tutti noi (da quando è arrivata mi frega di continuo le scarpe e l’accendino però ci prepara porridge, salsa di melanzane e altre due o tre cose che se non altro hanno il grandissimo pregio di non essere riso e lenticchie!) e non smette un secondo di parlare, di raccontare storielle, di sgridare la gente…mi fa troppo ridere, se non fosse che a volte vorrei trovare un interruttore per farla smettere di parlare, ma ho capito che è una causa persa, non ce la fa proprio.

Qui al compound i due gruppi, quelli sud sudanesi che si occupano delle attività dal campo e quelli ugandesi del construction team, non sono proprio esattamente integrati tra loro, un po’ come succede sempre tra impiegati e operai. Non che non vadano d’accordo, semplicemente non si mischiano un granché, ogni tanto fanno qualche battuta, ma anche il fatto di parlare lingue diverse e di avere solo l’inglese in comune non li aiuta a interagire. Comunque gli ugandesi sono davvero in gamba, non si lamentano mail, sempre gentili e sorridenti, e poi hanno una resistenza e una forza da tori…sollevano sacchi da 50 kg di cemento come fossero pieni di ovatta, e devo ammettere che quando me li trovo davanti la sera, che escono dalla doccia avvolti fino alla vita nei loro teli bianchi alla Giulio Cesare, senza un pelo ma con fasci di muscoli ovunque, persino sugli alluci, bè…deglutisco e passo oltre, ma ci vuole tutta la mia forza di volontà…;)

Mi stanno iniziando a mancare intensamente frutta e verdura…l’idea di una spremuta d’arancia mi fa venire l’acquolina in bocca, sarei persino contenta di un bel piatto di spinaci…ma le verdure si trovano solo a J, e quindi non c’è speranza che io veda un pomodoro nelle prossime settimane…Oggi avevo uno sfrenato desiderio di gelato, e veramente ho dovuto fare training autogeno per pensare ad altro…e stasera è arrivato puntuale il nostro pappone a base di riso scotto e lenticchie spappolate…io e B ci guardiamo ogni volta sconsolati, poi ci mettiamo a ridere e buttiamo giù quello che offre la ditta, sognando un’insalata e un bicchiere di vino…che tristezza però…fameeee!!!! 

Comunque lì ci viene da pensare che noi due fra 2 mesetti saremo a casa, e tutto questo ci sembrerà un lontano ricordo (e meno male!!!), ma tutta questa gente qui ci resterà, e hanno davvero una vita di m***, ogni giorno chilometri sotto il sole per prendere una tanica d’acqua, ammassati nei dormitori, tra il fango, la polvere, il caldo bestiale, senza speranza di uscirne fuori…Sicuramente loro soffrono di questa condizione molto meno di noi, è la loro vita, non conoscono altro, ma fa impressione pensare che degli esseri umani vivano così…Non è che prima non lo sapessi, ovvio, però stavolta sto sperimentando sulla mia pelle cosa significa vivere così, e non è divertente per niente, nonostante io viva comunque in condizioni migliori delle loro…ma quando cominci a scansare dal piatto le formiche morte senza battere ciglio e continui a mangiare, bè ti rendi conto che ci si può adattare davvero a tutto, ma ringrazi il cielo mattina sera e pomeriggio di non essere nato in un posto come questo...

Tanti baci a tutti

2 commenti:

  1. questo post mi ha commosso... dai Erika... noi siamo qui che ti aspettiamo a braccia aperte...

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  2. Grazie f...ed è bellissimo saperlo sempre...

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