sabato 13 ottobre 2012

piccoli miglioramenti



Ieri sera al compound B ha incontrato un serpente mentre tornava dalla doccia…ha lanciato un urlo selvaggio e per fortuna c’erano gli ugandesi (i ragazzi del construction team) che con grande tranquillità lo hanno buttato fuori dal recinto…come se niente fosse…io per fortuna non l’ho visto, e fino ad ora l’unica ‘bestiaccia’ con cui ho dovuto combattere è stata una rana, che si era infilata in camera l’altra sera senza che io la vedessi, e che ha cominciato a saltellare attorno al mio letto sulle mie cose facendo un rumore intermittente e stranissimo che all’inizio pensavo fosse frutto della mia immaginazione…alla fine mi sono alzata pensando fosse un topo o peggio, invece era solo sta ranocchia, che ho dovuto acchiappare e cacciare fuori.

Adesso non sento nemmeno più i piccioni sul tetto la notte…i primi tempi non riuscivo ad addormentarmi per il casino che facevano saltellando sulla lamiera metallica del tetto…sembravano un branco di condor e invece sono solo 6 piccioni spelacchiati…ma non ci faccio più caso, probabilmente sono troppo stanca per accorgermene. Invece i cani mi svegliano ancora, ci sono dei branchi selvatici che hanno scelto il nostro compound come zona di ritrovo, e la notte si mettono a ululare furiosamente, rimbomba da morire e finché non smettono non c’è verso di prendere sonno.

Si, insomma, l’umore è buono, e migliora piano piano. All’inizio ero tesa e preoccupata, la situazione difficile, il caldo insopportabile, una fatica immane per fare qualsiasi mossa, anche solo 4 passi, e tutto il resto. Ora mi sto adattando, e mi rendo conto che in realtà ci si può abituare a tutto, una volta che la tua mente ha capito come funziona, e che per esempio devi organizzarti ogni volta che ti vuoi fare una doccia, con una sequenza di operazioni logiche, tipo: esco dalla porta di sinistra perché lì ho le scarpe, esco con l’asciugamano sotto il braccio e lo spazzolino in mano, vado a lasciare le cose nella ‘doccia’ e poi cerco un secchio abbandonato in giro, poi prendo l’acqua dal tank, e finalmente posso andare in doccia. E non è così facile come sembra, perché una volta ti manca lo spazzolino da denti, una volta hai lo spazzolino ma non hai il dentifricio, un’altra volta hai tutto ma ti sei scordata l’asciugamano oppure la bottiglietta d’acqua potabile…insomma, un traffico ogni volta…Sembra banale, ma abituata come sono ad avere tutto a portata di mano sempre, all’inizio ho fatto un po’ fatica a gestire i miei movimenti in maniera sensata. Ora va meglio.

Con B ultimamente ci facciamo grandi risate, la sera spesso ci mettiamo fuori dal cancello, per terra su una stuoia, a guardare le stelle e a fumare, ed è l’unico momento in cui siamo sicuri che nessuno verrà a romperci le scatole. Col fatto che qui diventa buio di colpo verso le 18.30, e che abbiamo il generatore in funzione solo dalle 19.30 alle 21.00, dopo quell’ora vanno tutti a dormire perché non si vede assolutamente più niente. Spesso io crollo pure prima, ma a volte resisto e allora ci mettiamo a chiacchierare delle cose assurde che ci sono successe durante la giornata, e ci ammazziamo dal ridere. Anche perché siamo troppo sfigati, abbiamo il compound più affollato del mondo (22 persone, 14 che dormono nelle tende in giardino, 4 che dormono per terra in’salone’ perché non abbiamo i letti da dargli, io e un’altra che abbiamo il privilegio di essere in 2 in una stanza con 2 letti, il che non è davvero poco), c’è sempre gente che va e che viene, che ti chiede soldi, se non ti sbrighi a mangiare resti senza cena perché si spazzolano tutto nel giro di 5 minuti…abbiamo una pickup che non saprei mettere in moto nemmeno se volessi, che casca a pezzi e che ogni 2 km deve fermarsi per aggiungere l’acqua…siamo nel campo più sfigato di tutto il Sud Sudan, installato in una palude, mangiamo riso e lenticchie tutte le sere e se riusciamo a farci una pasta spappolata con pomodoro in lattina e finto tonno ci sembra di essere i re d’inghilterra…insomma, ce n’è abbastanza da ridere a crepapelle. 

All’inizio non mi faceva ridere per niente questa situazione…anzi…ma dopo un po’ che devi fare, ridi per forza, è tutto troppo assurdo…

Ah, finalmente ho un telefono che funziona! Sono persino riuscita a chiamare mia madre, e non credo di aver speso tantissimo. Certo, devi beccare il momento in cui c’è la rete, ma almeno non sono più isolata come sono stata fino ad ora. Adesso il passo successivo è cercare di capire quello che mi dice chi mi telefona! Qui hanno un modo stranissimo di parlare, per loro le P, le F, le V e le T sono usate random, a casaccio, il ‘pire wood’ sarebbe il ‘fire wood’, ‘I penced the fit latrine’ sarebbe ‘ I fenced the pit latrine’, oppure ‘I fut the pone on the table’, ‘two thoutand’ per dire 2000, e via così…e se non capisci ti guardano pure perplessissimi…quindi sarà un bel casino ora che non posso più sottrarmi alla prova telefono…

Baciiiiiiiiiiiii

3 commenti:

  1. Ciao Africana!

    Ma che fai? Mi tradisci con un altra B?! :)
    A pensarci bene mi fa piacere leggere la B nei tuoi racconti, cosi' penso che mi pensi, non pensare a te per me non e' possibile!
    L'avventura e l'esperienza di vita che stai vivendo e' una cosa incredibile e impensabile per chi come me non ha idea di cosa significhi 'dimenticare lo spazolino da denti' in quella situazione! ;o)

    Ti voglio bene, buon proseguimento cara!
    B

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  2. Mannoooo...non ti preoccupare, quello è UN B, masculo, non ti sto tradendo, non potrei mai :)) Cominque si, in effetti mi fa pensare a te quando lo scrivo ;)) Un bacio!

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  3. certo cara Erika racconti benissimo le cose.. mi fai immaginare tutto a perfezioen.. dal bambino che crea opere con il fango al branco di lupi che ulula vicino la tua "casa"... questo blog potrebbe diventare un lbro mia cara.. eh sì! magari finanziato dalla tua bella associazione :-D sappi sin da ora che anche se lo avrò già letto a puntate tramite blog io lo comprerei! ;-)

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